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Mamma martora e il suo cucciolo

Vi racconto la storia legata ad una delle esperienze fotografiche che mi ha segnato di più da quando mi dedico alla fotografia di animali in libertà: una mamma martora e il suo cucciolo, fotografata il 25 luglio scorso nelle mie montagne, i Monti Picentini di Giffoni Valle Piana.

Quando, con un amico, decidemmo di provare a fotografare la martora (Martes martes), sapevo già che mi sarebbero toccati molti appostamenti a vuoto e probabilmente poche o nessuna foto. In verità, pensavo per lo più nessuna. I primi tentativi di appostamento tra le montagne sembravano assolutamente confermare la sensazione iniziale. Avevo intercettato dei movimenti di alcuni adulti. Il che almeno ci dava conferma che l’animale ci fosse, come l’habitat suggeriva. Le prime immagini della fototrappola erano state scoraggianti: passaggi disordinati nelle ore più disparate. Il fatto positivo era che però un adulto di martora c’era e si muoveva di giorno. I pomeriggi di giugno e di luglio dalle mie parti non sono certo freschi, neppure in quota montana… e lo scenario sembrava essere assolutamente negativo: tante sudate, solo avvistamenti fugaci e lontanissimi (la distanza è uno dei sottili tormenti di qualsiasi fotografo naturalista).

Foto di Martora (Martes martes)
Martora (Martes martes)

Screzi tra mamma martora e il suo cucciolo – uno degli scatti del 25 luglio scorso – clicca qui per la galleria di foto di martora

Poi ad un certo punto qualcosa ha cominciato a cambiare, le abitudini dell’adulto che seguivo si stavano stabilizzando, i passaggi erano abbastanza più regolari. Foto zero. Almeno per un bel po’. Infatti solo dopo qualche settimana sono riuscito a fare i primi scatti. Non erano certo quelli che avrei voluto: la luce, il posatoio dove immortalarla, lo sfondo… le variabili non quadravano per niente. Eppure quelle foto, frutto di tante attese spesso vane, sembravano oro – e lo erano per certi versi.

Ecco perché non avrei mai immaginato di poter portare a casa, nella scheda della mia reflex, gli scatti del 25 luglio scorso. L’attesa è una componente fondamentale di questo genere fotografico. Attesa della luce, attesa del soggetto, attesa della situazione e dell’azione. Ecco perché quando poi le cose accadono per davvero, la prima sensazione che provi è di incredulità. Almeno a me succede sempre. E quella sera sono tornato a casa così incredulo che ho subito guardato le foto al computer. Non solo erano tante, ma in molte non c’era solo quella femmina adulta già fotografata… quella sera era venuto con lei – dopo un po’ – il cucciolo: una peste, imprevedibile, all’inizio intimidito dai click, ma poi un vero funambolo… e per un tempo interminabile si sono concessi ai miei scatti. Ho smesso ad un certo punto solo perché era così tardi che era quasi buio.

Foto di Martora (Martes martes)
Martora (Martes martes)

Una delle esperienze più belle che abbia vissuto nelle mie montagne.


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1 commento su “Mamma martora e il suo cucciolo”

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